LA LOTTERIA DI BABILONIA

(Parole: J.L. Borges - Musica: I.'A.)

 

Come tutti gli uomini di Babilonia sono stato proconsole,

Come tutti schiavo; anche ho conosciuto l'onnipotenza

L' obbrobrio delle carceri. Guardino, la mia mano destra è monca

dell'indice, guardino, per questo strappo del mantello si vede

sul mio stomaco un tatuaggio vermiglio, e il secondo simbolo, è Beth.


Per tutto un anno della luna sono stato dichiarato invisibile:

Gridavo e non mi rispondevano, rubavo il pane e non mi decapitavano.

Ho conosciuto ciò che i greci ignorano, l'incertezza.

In una camera di bronzo, davanti al laccio silenzioso dello strangolatore

ho avuto speranza, Nel fiume di piaceri, paura.

Eraclide pontico riferisce con l'ammirazione che Pitagora ricordava d'esser stato Pirro.


Per ricordare vicissitudini analoghe io non ho bisogno di ricorrere alla morte

Né al impostura. Debbo questa varietà quasi atroce a un'istituzione che altre repubbliche ignorano

O che opera in esse in modo imperfetto e segreto, la Lotteria.

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