BARBABLÙ

( Ossia la vera storia del barone di Raiz )


I ) La gloria delle battaglie


II ) Le lunghe notti di festa


Ballate !

Ballate finché la mente non si offuschi

E il mondo perda i suoi contorni

Che nulla ha più importanza

Se non il nobile sangue che riempie la mia stanza

Che si mischia al vino viola

Della mia infinita tavola.


Ballate !

Ballate finché nelle mie casse

Dell’ oro ancora resta

Per continuare questa infinita notte di festa.


III ) I neri labirinti silenti


È quasi impossibile saper rinunciare

Al fasto tangibile della materia

La mente si consuma nell’ ineffabile aria

Per riavere ciò che è perso senza penare.


Pensi si possa davvero dal nulla creare

Il dolce metallo che la mente ti inebria ?

Nera è la fossa dell’ antica miseria

Per chi come te mai l’ ha voluta guardare.


Cadono i muri della ragione

Alle carezze di false promesse

Dei maghi della menzogna.


Piene le orecchie di superstizione

Non senti le urla ad essa connesse

Della regione che sale alla gogna.


Perso tra i neri labirinti silenti

Vacillano senza più scampo le Regole

E sale senza più parole

Il grido meschino di vittime impotenti.


Cosa ti resta di virtù tanto brillanti

Ora che rotoli nel secco fango del dolore ?

Lo sguardo galleggia in orbite d’ ardore

In perpetua ricerca di neri riflessi cangianti.


Cadono i titoli del tuo passato

Al grido di madri senza più senso

Se non il piacere della vendetta.


Suona la danza dell’ impiccato

E balla al suo ritmo il fumo di incenso

Ultima memoria della tua vita.


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